Perché chiedersi “Quanto costa fare 100km con un’auto elettrica?”
Il 70% degli italiani che vogliono cambiare auto, lo farebbero propendendo per un’auto elettrica. A dirlo è l’analisi condotta da EY in realizzazione dell’EY Mobility consumer index. Il risultato è incoraggiante, specie in risposta alle numerose critiche che vengono mosse, quasi a priori, nei confronti del settore e-mobility.
Tuttavia limitarsi a sottovalutare quelli che, per il pubblico di riferimento, siano ancora gli ostacoli che impediscono di passare dalle intenzioni ai fatti sarebbe controproducente. Per esempio “Quanto costa fare 100km con un’auto elettrica?”
Approfondiamo questo ed altri punti ostici che intervengono nel processo d’acquisto di un’auto elettrica.
- Perché gli Italiani sono ancora restii e quali sono le motivazioni che li frenano nell’acquisto di una EV?
- Meglio la ricarica pubblica o domestica?
- Perché comprare una wall box se ho il carichino in dotazione all’auto?
- Quanto costa un pieno con l’auto elettrica?
Perché gli Italiani sono ancora restii e quali sono le motivazioni che li frenano nell’acquisto di una auto elettrica?
Sul podio troviamo il prezzo dell’autovettura, che gli Italiani considerano poco conveniente e competitivo, l’accesso alla ricarica pubblica considerato insufficiente nonché la percezione che l’autonomia delle batterie sia carente, causa della cosiddetta “range anxiety“.
Inoltre, specie considerando la crisi che la riguarda, anche il costo dell’energia gioca un ruolo nella valutazione di procedere o meno ad una spesa importante.
Certamente gli incentivi supportano gli automobilisti fornendo un accesso facilitato all’acquisto – a proposito, hai già letto l’articolo in cui parliamo degli incentivi?
Così come il bonus di 200 euro, destinato a precise categorie e valido anche per chi possiede un’auto elettrica, prova ad ammortizzare le spese di mantenimento dei veicoli.
A proposito di ricarica…
Meglio la ricarica pubblica o domestica?
La rete di distribuzione delle stazioni di ricarica nel nostro Paese consta attualmente di oltre 30.000 punti di ricarica pubblica per auto elettriche.
Trattasi di una presenza disomogenea considerando sia la discrepanza tra nord e sud (il 57% circa delle infrastrutture è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa al Centro e solo il 20% al Sud e nelle isole) che la tipologia di colonnina disponibile, con una presenza molto più marcata di colonnine di ricarica a corrente alternata rispetto alle Hpc (High Power Charging). Infatti le stazioni di ricarica “a corrente continua” (le fast), rappresentano solo l’8% dei punti di ricarica e quelle a corrente alternata invece ben il 92% delle stazioni disponibili.
Alla ricarica pubblica si contrappone quella domestica, effettuata in casa o nei luoghi in cui l’auto rimane ferma per un certo numero di ore, come il luogo di lavoro per esempio.
Ma quanto è competitiva la ricarica pubblica, fast o meno?
Poco se paragonata alla ricarica domestica ovvero la protagonista delle valutazioni, anche economiche, che accompagnano questo articolo. Attenzione però non in ogni caso, perché se è vero che la ricarica domestica può essere effettuata anche agganciando il “carichino” (di cui moltissime auto sono fornite) alla presa Schuko, è vero anche che questo dispositivo non permette alcun vantaggio sul fronte risparmi, sicurezza e bilanciamento dei consumi domestici. Tutte variabili ampiamente soddisfatte, invece, dalle wall box disponibili sul mercato.
Perché comprare una wall box se ho il carichino in dotazione all’auto?
Molte auto ne dispongono in dotazione ed è un valido mezzo per ricaricare in viaggio o fuori casa quando c’è una presa Schuko disponibile. Tuttavia questo dispositivo non assolve a funzioni smart, tratto distintivo delle colonnine da ricarica domestica attualmente in commercio. Se vuoi approfondire l’argomento “Perché scegliere un caricatore a parete come Prism se dispongo già del carichino in dotazione con l’auto elettrica?”, leggi qui .
Quanto costa un pieno con l’auto elettrica?
Abbiamo immaginato differenti situazioni, due macchine diverse e due colonnine diverse della gamma Prism.
Nel primo caso abbiamo analizzato una city car, quindi una macchina elettrica piccola, ricaricata con Prism Basic, quindi prelevando esclusivamente energia dalla rete in modo pratico e sicuro, evitando che il contatore salti. Nel secondo caso abbiamo visto una berlina caricata con l’ausilio di Prism Solar.
Ti incuriosisce sapere cos’abbiamo scoperto? Guarda il video per sapere di più.
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